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Noto, Viva: la “vivacità” di Viviana Varese sbarca in centro. All’opening anche Oscar Farinetti e l’attrice Serra Ylmaz

Venerdì scorso il grande opening, il primo contatto con una nuova location, impreziosito dalla presenza di grandi ospiti e amici

foto di Vittoria Holguin

Vivacità, dinamicità e…sapori. Viviana Varese sbarca in centro a Noto e lo fa in punta di piedi e in maniera altamente raffinata. Con lei, in questa grande e avvincente avventura, ci sono anche la resident chef Ida Brenna e lo chef Matteo Carnaghi, il quale guida già con successo il W Villadorata Country Restaurant, altra preziosa avventura diventata…certezza.

Viva il Bistrot nasce in pieno centro a Noto ed è un posto che vuole essere innanzitutto un luogo che accoglie, un abbraccio culinario e dove il vino ha uno spazio importante. Una cucina che profuma di Mediterraneo quella del Viva il Bistrot perché le proposte in tavola attingono dalle diverse culture gastronomiche del bacino del Mare Nostrum. In carta ci sono piatti della tradizione meridionale e siciliana, ma potranno essere ripensati grazie a incursioni mediorientali o nordafricane. C’è moltissima verdura, tanto pesce, pochissima carne. Anche la carta dei vini – creata dalla Sommelier Valentina Rizzi – sposa l’idea dell’incontro e della contaminazione e quindi spazio alle referenze provenienti dai paesi che affacciano sullo stesso mare con etichette dalla Grecia, dal Marocco, dalla Spagna e dalla Francia.

Venerdì scorso il grande opening, il primo contatto con una nuova location, impreziosito dalla presenza di grandi ospiti e amici: le chef Cristina Bauermann del ristorante Glass Hostaria, la chef Bianca Celano del ristorante Materia di Catania, l’attrice Serra Ylmaz, l’imprenditore Oscar Farinetti (nella foto di Vittoria Holguin), Paolo Perelli di Galleria Spazio Noto, amico di Viviana Varese e adesso “dirimpettaio”, visto che dall’anno scorso ha aperto proprio in via Rocco Pirri.

Un nuovo concetto di bistrot: dinamico, per adattarsi allo spirito giovanile e smart di via Rocco Pirri, via della movida netina, ma allo stesso tempo raffinato e ricercato, visto che il bistrot nasce nei bassi di Palazzo Nicolaci, l’elegante palazzo nobiliare che sovrasta il centro storico netino.

E già alla sua “prima”, il bistrot conferma le attese: vivacità e sapori. Agli ospiti presenti sono stati serviti alcuni piatti in pieno stile mediterraneo e bucolico: mezzo pacchero al doppio pomodoro con salsa al basilico, pasta e patate affumicate con pesto di pistacchio, risotto con gli asparagi e fonduta di provoca con cipolla marinata, zuppa di lenticchie nere delle colline ennesi con salsa al prezzemolo, gnocco alla romana con parmigiano reggiano e ragù di pecora con un pizzico di pepe di Sechuan, curaduzzo di timilia con patate, cozze ed estrattore di gamberi rossi.

Tutto questo a conferma dell’idea di sostenibilità di Ida Brenna, Matteo Carnaghi e Viviana Varese, rispetto per il luogo, per i suoi prodotti, per chi li lavora, per il cliente che ha voglia di mangiare cose buone e sane. È il concetto del “buono pulito e giusto” di Slow Food che trova nell’agricoltura biologica e biodinamica la sua applicazione. Sono tanti i Presidi Slow Food utilizzati e anche con il bistrot continua la collaborazione, iniziata con W Villadorata Country Restaurant, con la cooperativa sociale Si può fare a Noto, nata per sostenere e promuovere l’integrazione sociale e l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.


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