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Noto, restituiti i beni confiscati al fratello del boss “Pinnintula”

La Corte d'Appello ha ritenuto che i beni sequestrati sono di "origine lecita" e "frutto di lavoro"

Con decreto motivato che annulla la sentenza di primo grado, la Corte di Appello di Catania ha restituito tutti i beni confiscati al proposto del sequestro di prevenzione di Gianfranco Trigilia, fratello di Antonio Giuseppe Trigila (detto Pinuccio Pinnintula), difeso dall’avvocato penalista avolese Nino Campisi.

“La Corte di Appello di Catania – spiega la difesa – dopo un’attenta disamina, avendo riaperto l’istruttoria dibattimentale su istanza del collegio difensivo, nominando un perito contabile, ha ritenuto che i beni del proposto e dei terzi interessati, quest’ultimi difesi dagli avvocati Stefano Rametta e Claudio Paschina, sono di origine lecita frutto di lavoro da parte dei familiari, che negli anni hanno investito i loro risparmi su attività commerciali e beni immobili risultati acquistati senza alcuna sperequazione ed in modo proporzionato ai redditi dichiarati, pertanto,a seguito del Decreto della Corte, al sig. Gianfranco Trigila ed ai suoi familiari sono stati restituiti tutti i beni che erano stati confiscati”.

Il sequestro risale all’estate 2018 e il totale dei beni confiscati ai due fratelli superava il milione di euro.


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