Un nuovo contenitore culturale inaugurato sabato a Noto: si tratta della mostra permanente “I mecenati del Barocco” collocata all’interno dell’ex caserma “Cassonello” e realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria di Catania con il prof. Corrado Fianchino in testa. Ecco il museo del Barocco che alla prima apertura ufficiale accompagna i presenti in un viaggio a ritroso, nella storia della città e delle famiglie nobiliari che hanno svolto un ruolo fondamentale durante la ricostruzione della città sul colle Meti dopo il terremoto del 1693.
“Un grazie a tutti coloro che hanno collaborato per la realizzazione del progetto, al personale comunale del settore Turismo e Lavori Pubblici – le parole del sindaco Corrado Bonfanti – ai ragazzi dell’indirizzo turistico del “Matteo Raeli”, al dirigente Veneziano e agli insegnanti Romano, Cataneo e Cirinnà. Per la prima volta nella storia il racconto minuzioso delle famiglie nobiliari netine, mecenati della ricostruzione post terremoto e le tecniche costruttive utilizzate dai nostri architetti e messe in opera dai maestri scalpellini”.
La stanza che richiama forse più attenzione è quella dedicata ai conci, le pietre utilizzate nella ricostruzione di Noto dopo il terremoto dell’ 11 gennaio 1693 e alle tre diverse misure previste. È la prima che si raggiunge non appena si entra nell’ala sud dell’ex caserma Cassonello e mostra come la nuova Noto fu ricostruita con questi conci che potevano avere soltanto 3 misure: era un sistema modulare per realizzare i partiti decorativi come colonne, paraste, capitelli, basi, archi, stipiti, soglie e cornici. Le 3 tipologie di blocchi erano: conci di mina, conci 2×3 e conci quadriglioni. Avevano tutte e 3 dimensioni proporzionali al palmo della mano.
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