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Noto, il Museo Antropologico di Testa dell’Acqua va in tournée

Tre tappe autunnali del Museo, che questa settimana espone le opere dei suoi artisti al Festival del Cinema Archeologico di Licodia Eubea

L’idea di appartenenza che il MAT mette al centro della sua attività museale e didattica percorre le tante tappe che il Museo ha toccato in queste settimane in una sorta di tournée.
Dal Meraki Book Festival di Palazzolo Acreide al Book Fest a Marzamemi dove il team del MAT ha proposto attività didattiche per i più piccoli, questa settimana (11-15 Ottobre) il Museo Antropologico di Testa dell’Acqua partecipa al Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea, portando con sè i suoi artisti più rappresentativi. Uno dei valori fondanti del MAT è infatti la comunicazione con il territorio e la sua community per generare impatto positivo.

Fedele alla natura di luogo partecipativo ed interattivo, per il Museo di Testa dell’Acqua il confronto e l’incontro tra artisti e luoghi hanno una valenza simbolica e sociale importantissima: per questo nella nuova tappa di Licodia Eubea le opere prendono forma proprio nei luoghi del Festival ad opera di Marilù Cecchini, Nicola Indaco e Salvatore Raudino.

Gli artisti

Marilù Cecchini è un’artista veneta che nel 2011 si trasferisce a Noto spinta dal desiderio di riappropriarsi del tempo e dello spazio. Nel silenzio e nella natura lavora l’antica tecnica del feltro, che diventa forma di riavvicinamento alla civiltà contadina, occasione di crescita lasciando libero sfogo alla creatività. Il MAT ospita la sua opera intitolata 7,83 hertz.
Nicola Indaco, architetto paesaggista e oggi floral designer, dopo anni di esperienza tra l’Italia e l’Europa, ispirato dal territorio in cui è nato e cresciuto, crea i suoi lavori utilizzando i materiali naturali autoctoni, realizzando opere uniche capaci di raccontare le storie dei luoghi in cui vive. Il MAT ospita numerose installazioni botaniche dell’artista, tra cui “Radice” scultura simbolo dello stesso museo.

Salvatore Raudino coltiva da oltre trent’anni la passione per la fotografia e nelle numerose mostre a cui ha partecipato ha portato sempre il suo sguardo curioso verso il mondo e l’uomo. Le sue immagini raccontano di viaggi d’introspezione, ricerca e luoghi dell’anima. Al MAT ha ridato vita alla figura della majara grazie anche alla collaborazione con Renata Prado, sapendo insieme cogliere l’essenza di queste guaritrici senza tempo.

Protagonista di questa installazione è la Majara, figura chiave del MAT Museo, che rappresenta il legame tra il mondo antico ed un futuro oggi in costruzione. L’installazione proposta al Festival di Licodia Eubea crea una serie di immagini fotografiche che fanno da passerella e danno il benvenuto al visitatore. Fili rossi si intrecciano, creando forme dal forte carattere simbolico (battito cardiaco, una serpe), mentre una installazione erborea di oltre due metri, ad opera di Nicola Indaco, è stata interamente realizzata con ferula communis essiccata. L’interazione con le opere installate si concluderà venerdì sera dopo la conversazione con Anna Raudino, fondatrice del Museo insieme ad Aldo Turco, sulla Majara, tra rito e ars herbaria. I visitatori verrano invitati a partecipare ad un antico rituale antico proprio della etnobotanica siciliana.


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