Conferenza del Comitato Cimitero No Priv per fare il punto della situazione sulle attività portate avanti per fermare l’affidamento ai privati della gestione dei servizi cimiteriali, strada intrapresa dall’amministrazione Figura. Comitato sorto spontaneamente a dicembre, di cui fanno parte movimenti politici e civici: Pd, Fi, Noto Nostra, M5S, CittadinanzAttiva e Passione Civile, oltre a tanti cittadini.
Al tavolo dei relatori presenti il presidente del Comitato Pippo Bosco, i consiglieri comunali Enzo Leone (Noto Nostra) e Aldo Tiralongo (Pd), l’ex sindaco Raffaele Leone e il rappresentante di Passione Civile Giuseppe Fichera.
“Abbiamo raccolto più di 2.000 firme e già presentato al Comune la proposta di delibera di iniziativa popolare che il presidente del Consiglio comunale adesso dovrà portare in aula entro tre mesi. Proposta che è sostenuta anche da 350 firme con autentica notarile. In questi mesi abbiamo incontrato tanti cittadini e per questo rispediamo al mittente l’idea che questa sia una battaglia di opposizione, è una battaglia per la città e la comunità”, ha detto il presidente Bosco. “E non è nemmeno vero che la ditta è già in azione, come qualcuno vuole far credere per spegnere il clamore attorno alle nostre attività“, ha poi concluso.
Con la proposta di delibera di iniziativa popolare, il Comitato chiede di ritirare la delibera di consiglio comunale che riguarda il piano triennale delle opere pubbliche in cui è inserito appunto il progetto di finanza per la concessione dei servizi cimiteriali a una ditta esterna per i prossimi trent’anni. Progetto su cui c’è già un ricorso al Tar di un altra ditta privata, a cui si aggiunge quello presentato dal Comitato. “Sono due ricorsi chiaramente diversi – ha spiegato l’ex sindaco Raffaele Leone – perché l’obiettivo del privato è sicuramente diverso da quello del Comitato: il privato chiede di poter partecipare a un progetto, il Comitato mira a un annullamento degli atti amministrativi per difendere il cimitero e la sua gestione pubblica”.
I consiglieri Leone e Tiralongo, invece, hanno ripercorso le tappe che hanno portato alla “scoperta” del progetto. “Non era messo nel programma elettorale che Noto Nostra ha firmato e sostenuto – ha spiegato il primo – ma è spuntato all’improvviso. Nell’approfondire l’argomento insieme con il collega Tiralongo abbiamo visto come lo strumento scelto, la proposta di delibera di iniziativa popolare, possa essere quello adatto a fermarlo”. “La nostra battaglia continua – ha detto il secondo – e in aula vogliamo vedere cosa risponderanno i nostri colleghi. Non a noi, ma alle oltre 2.000 firme”.
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