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Noto, convegno Lions: emergenza sanitaria, tra problematiche, criticità ed eccellenze

Importante convegno organizzato dai Clubs Lions della Zona 20, Avola, Pachino Rosolini Terra del Sole e Palazzolo Acreide

l tema dell’emergenza sanitaria è stato al centro di un interessantissimo ed importante convegno organizzato dai Clubs Lions della Zona 20, Avola, Pachino Rosolini Terra del Sole e Palazzolo Acreide, dei quali è stato capofila Noto Città del Barocco. Ha aperto i lavori, nella Sala Gagliardi di Noto, giorno 6 ottobre, il presidente del Club netino, Luca De Felice, spiegando che l’idea nasce dal fatto che i Lions da sempre sono portatori delle istanze, delle problematiche del territorio e di tutti i cittadini.

“L’odierno convegno nasce dalla volontà di affrontare un argomento così delicato e scottante, anche perché fino a che c’era l’emergenza Covid, i riflettori erano sempre puntati sulla sanità, sulla necessità di erogare maggiori contributi a livello nazionale, regionale e provinciale e, dopo il Covid, l’attenzione invece si è abbassata. Abbiamo inteso trattare il tema e le possibili soluzioni da adottare con questi illustri relatori, che ringrazio perché tratteranno il tema da più angolazioni”, ha esordito De Felice.

Ha funto da moderatore Carlo Alberto Tregua, direttore del Quotidiano di Sicilia: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Tutti i cittadini hanno diritto di essere curati, ma, nella Costituzione non è scritto che chi debba essere curato debba essere un soggetto pubblico o privato. Questo articolo è stato interpretato in modo soggettivo e ci troviamo con un sistema sanitario nazionale che funziona male. Mancano le risorse, ma, questo non è vero. Gli stanziamenti non sono gestiti dallo Stato, ma, dalle Regioni, che li utilizzano secondo i propri criteri. La metà del bilancio regionale è destinata alla sanità. Un nono delle somme viene elargito alla sanità privata ed il cittadino si rivolge all’ente nel quale pensa di essere curato meglio”, ha spiegato Tregua al suo esordio.

Ha preso la parola Paolo Bellini, professore ordinario di Scienze Politiche dell’Università Insubria di Varese, il quale ha spiegato che i cittadini spesso si rivolgono a strutture del nord attraverso il turismo sanitario, non trovando riscontro in Sicilia. “Vorrei trattare il rapporto tra politica ed emergenza sanitaria. Le emergenze sanitarie fanno affiorare un aspetto che, a volte, si cela nel nostro rapporto con lo Stato e con l’orizzonte politico, proprio della gestione del potere,  il rapporto di ciò che siamo e di ciò che pretendiamo dai politici e dallo Stato per quanto riguarda l’accesso alle cure sanitarie. Nella dinamica di un’emergenza sanitaria si evince un rapporto originario, che dovrebbe legarci con lo Stato, il rapporto di obbedienza e di protezione. Il fine dell’obbedienza è la protezione come garanzia dell’ordine interno dello Stato. Il concetto di protezione è quello che noi oggi chiamiamo welfare, è tutto un insieme di garanzie, che i cittadini reclamano. Se i cittadini da una parte reclamano un diritto, dall’altra parte sussiste un dovere. Lo Stato ha il dovere di prendersi cura dei cittadini e proteggerli soprattutto nelle situazioni di emergenza perché è lì che si reclama una certa protezione. La situazione di emergenza potrebbe andare in contrasto con il diritto alla libertà. Durante l’emergenza sanitaria, erano in conflitto il diritto alla vita e il diritto alla libertà, ma, il diritto alla vita ha prevalso. Nessuno si è lamentato della perdita del diritto alla libertà, in quanto incombeva la paura della morte. Lo Stato assumeva in questo caso una connotazione compassionevole, noi abbiamo bisogno infatti del potere di un sistema politico, che si prenda cura di noi, che salvaguardi la nostra esistenza”, ha illustrato Bellini.

Giovanni Puzzo, pediatra e consigliere all’Ordine dei Medici di Siracusa, è partito dal quesito del perché sia così difficile parlare di sanità e di salute, tanto che istituzioni come i Lions ne vogliono parlare per fare chiarezza. “La questione del numero chiuso dei medici non è la vera punta di diamante del problema. Per accedere alla facoltà di medicina, è necessaria una preparazione scolastica con un impegno economico notevole, a cui non tutti possono accedere. Si sta ovviando a questo problema, avviando alcune sezioni dei licei scientifici, in cui i ragazzi, sin dal secondo anno, vengono iniziati alla preparazione per potere partecipare ai concorsi. Non scoraggiamo i ragazzi, che vogliono studiare medicina, ma, sorreggiamoli e stimoliamoli a prepararsi”, ha esplicitato Puzzo. Aldo Garozzo, presidente dell’Osservatorio Civico di Siracusa, ha spiegato che non si è mai occupato di medicina, ma, tantissimo di sanità.

“La partecipazione civile appartiene al mondo della sanità e questo anche grazie alla pianificazione, che si sta facendo con il PNRR. Gli articoli della Costituzione hanno ispirato delle leggi, lo Statuto dei Lavoratori (Legge n. 300/1970) e la legge che ha istituito il servizio sanitario nazionale (n.833/1978), ancora oggi sono dei capisaldi fondamentali, che parlano di partecipazione, un punto fermo della nostra vita sociale. L’articolo 118 dice che le istituzioni nazionali, regionali e locali devono favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini singoli o associati secondo il principio di solidarietà. Io ritengo che lo sviluppo, la crescita e  l’innovazione dipendano da fattori culturali”, ha terminato Garozzo.

La ginecologa Gloria Gallo, che lavora presso il centro screening di Siracusa sotto la direzione della Malignaggi, si è così espressa: “Vi parlerò dello screening e delle principali tematiche, che affrontiamo giornalmente nel nostro lavoro. Riguardano indagini su una popolazione più o meno ampia per individuare una malattia, per la maggior parte, tumori e per andare ad intervenire effettivamente con percorsi di cura specifici e quanto meno possibili invasivi ed invalidanti per il paziente. L’obiettivo è quello di ridurre la mortalità. E’ un percorso complesso, realizzato da parte delle ASP, in cui il paziente verrà seguito anche negli steps successivi, infatti, se dovesse risultare positivo, verrà ricontattato per esami di secondo livello e verranno coinvolti dei centri di terzo livello. Ci avvaliamo anche della collaborazione di strutture territoriali come consultori. Collaboriamo con i medici di medicina generale perché sono il primo aggancio con il paziente. Abbiamo effettuato anche incontri di informazione e formazione per i medici per accedere al portale aziendale Arianna, i quali, in totale autonomia, prenotano gli screening. Anche le farmacie collaborano per la distribuzione dei kit per la ricerca del sangue occulto nelle feci. Ancora oggi ci sono delle fasce di popolazione, che hanno difficoltà ad accedere a questo percorso di screening, in quanto non hanno informazioni corrette oppure per bassa percezione del rischio. Lo screening è un percorso per la gente sana per andare ad individuare la malattia quando ancora non si è palesata. Molte persone sono convinte di non averne bisogno, per cui in questi anni abbiamo effettuato campagne di informazione e di sensibilizzazione soprattutto nelle scuole ed abbiamo sponsorizzato la vaccinazione per il papilloma virus, che è molto più diffuso di quel che si pensi”, ha espresso la Gallo.

Ha portato un contributo l’on. Bono, parlando della propria attività di parlamentare, che lo ha condotto ad approfondire le tematiche della sanità. “Io volevo invitarvi a riflettere sull’autonomia differenziata. Venti commissioni regionali avranno il potere di modificare e di decidere di stabilire i costi standard dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP). Le regioni potranno stabilire le quote stipendiali di varie categorie, in quanto le tasse non saranno trasferite a Roma, ma, rimarranno nel territorio. Questo avverrà attraverso un passaggio di poteri. Le regioni avranno il potere di decidere i costi a loro piacimento, lo Stato sarà privato di risorse e questo comporterà la marginalizzazione, non più superabile, del Mezzogiorno. La solidarietà non esisterà più, in quanto in questa legge non è previsto il fondo perequativo stabilito dalla Costituzione per il riequilibro delle regioni fragili. I fondi previsti per 4 regioni fragili sarebbero così ripartiti tra più regioni, deprivando le prime”. Presente all’incontro anche il sindaco di Noto, consigliere regionale Anci Sicilia, Corrado Figura, che ha spiegato che il tema della sanità è sempre attuale e, principalmente con il Covid, ha messo in evidenza la fragilità del nostro sistema sanitario e l’inadeguatezza della rete ospedaliera precedenti. Ha dimostrato che i territori risultavano fragili per il depauperamento delle risorse sanitarie. La rete ospedaliera si è dimostrata un boomerang soprattutto nei confronti dei cittadini. I medici si sono trovati a fronteggiare l’emergenza sanitaria ed i problemi legati all’ordinarietà delle attività sanitarie. Le scelte a livello nazionale e regionale riguardano il fatto che si debbano far quadrare i conti. Se le risorse esistono, è evidente che esse non vengono utilizzate in modo adeguato per creare una sanità di eccellenza. I medici si orientano verso la sanità privata, in quanto vengono pagati di più. Il sistema politico pubblico dà maggiore risorse alla sanità privata, che continua ad acquistare macchinari all’avanguardia, per cui noi ci rivolgiamo al privato, in quanto è dotato di strumentazioni più innovative. Le scelte nazionali e regionali della politica non corrispondono alle esigenze dei territori, che non sono rappresentati dalla politica. Il sindaco è la prima ed ultima interfaccia del cittadino. Il politico nazionale e regionale che legifera non esiste nel territorio, non viene eletto dai cittadini e non conosce i problemi reali. I numeri non coincidono con gli interessi dei cittadini. Alla base ci dovrebbe essere una riforma del sistema nazionale e della rete ospedaliera e noi stiamo operando in tal senso attraverso l’ANCI Sicilia, sollecitando una revisione della rete ospedaliera. Abbiamo chiesto e sollecitato un tavolo tecnico con il governo regionale per trattare il tema della rete ospedaliera, importante e non più rinviabile, lo faremo anche a Genova a fine ottobre come ANCI e lo faremo a livello nazionale per la situazione sanitaria esistente da Roma in giù, ha chiuso così i lavori Figura.


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