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Diocesi di Noto, parte ad Avola il progetto di inclusione sociale sostenuto dal vescovo mons. Rumeo

Vedrà alcuni detenuti del carcere di Noto svolgere il loro servizio al Comune di Avola

A circa un anno dal suo ingresso in Diocesi, in data odierna, giovedì 4 aprile 2024, partirà un progetto di pubblica utilità, fortemente sostenuto dal Vescovo di Noto, Mons. Salvatore Rumeo, che vedrà alcuni detenuti svolgere il loro servizio presso il Comune di Avola, dove ci si prenderà cura di tre aree verdi destinate ai bambini della città: la Villa comunale, il Parco delle Rimembranze e il Parco giochi per bambini in via Piersanti Mattarella. Accanto ai detenuti coinvolti ci sarà un tutor che li accompagnerà nel percorso, oltre ai volontari dell’Associazione Livatino e della Caritas.

È proprio a partire dall’impulso del Presule netino che ha avuto origine questo progetto, denominato Green, con il coinvolgimento della Casa di reclusione di Noto, in sinergia con la Caritas Diocesana, l’Associazione Rosario Livatino, alcuni comuni del circondario di Noto.

La fruizione dell’art. 20 ter, permette ai detenuti scelti di sperimentarsi in un ambiente libero per la prima volta dal giorno dell’arresto per l’espiazione della condanna; la scelta dei detenuti proposti dalla Direzione alla Magistratura di Sorveglianza, organo giudiziario preposto alla concessione del beneficio, avviene sulla base di precise indicazioni di legge: fine pena, buona condotta intramuraria, coinvolgimento dell’area trattamentale dell’istituto che organizza e segue l’iniziativa.

Per volere di Mons. Rumeo, il regalo della Diocesi al suo Vescovo in occasione dell’ingresso è stato significativamente destinato a supportare il progetto.

La realizzazione del progetto è stata possibile anche grazie alla fiducia della direttrice della Casa di Reclusione, dott.ssa Elisabetta Zito, che crede nella valenza educativa e nell’importanza dell’inclusione sociale dei detenuti, al lavoro dell’area trattamentale educativa della C.R. e alla disponibilità del Sindaco di Avola, On. Rossana Cannata che ha concesso lo svolgimento dell’attività presso i siti da lei indicati.
Un progetto sperimentale che ha finalmente avvio nella nostra diocesi e che ha al cuore l’obiettivo di essere “gesto parlante”: per la realtà carceraria, dove i detenuti coinvolti saranno inseriti all’interno di un percorso riabilitativo e di riscatto, ma anche per tutta la comunità del territorio, la quale riceverà un beneficio da questo percorso (sia con la riqualificazione delle aree oggetto di intervento che nel conoscere la realtà del carcere da un punto di vista diverso).

Il progetto si svolgerà inizialmente un giorno a settimana, tutti i giovedì dalle 9 alle 12.


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